Bruno Contrada, nato a Napoli il 2 settembre 1931, entra in Polizia nel 1958 e frequenta a Roma il corso di istruzione presso l’Istituto superiore di Polizia.
Al termine viene assegnato prima alla Questura di Latina e, successivamente al Commissariato di Sezze Romano, un tranquillo paesino del Lazio, dal quale Contrada chiede ben presto di essere trasferito, in quanto desideroso di operare concretamente in una città di frontiera.
Viene subito accontentato e trasferito a Palermo, nella città più “calda” d’Italia, dove già era cominciata la mattanza per la prima guerra di mafia.
In questa città lavora alacremente e scala tutti i gradini della carriera:
– nel 1973 diviene il capo della Squadra Mobile,
– nel 1976 passa a dirigere il Centro Interprovinciale della Criminalpol per la Sicilia Occidentale (dal 1979 al primo febbraio 1980 dirige interinalmente anche la Squadra Mobile) e ricopre tale incarico fino a gennaio del 1982;
– nel gennaio del 1982 transita nei ruoli del SISDE (Servizi per l’ Informazione e la Sicurezza Democratica) con l’incarico di coordinare i centri SISDE della Sicilia e della Sardegna;
– nel settembre del 1982 viene nominato dal Prefetto De Francesco Capo di Gabinetto dell’Alto Commissario per la lotta contro la mafia, incarico che ricopre fino al dicembre del 1985;
– nel 1986, per la grossa professionalità maturata nel campo della lotta alla mafia, viene chiamato a Roma presso il Reparto Operativo della Direzione del SISDE.
– il 24 dicembre del 1992, giorno della Vigilia di Natale, mentre si accingeva a trascorrere le vacanze di Natale a Palermo con la famiglia, viene arrestato perché accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa” sulla base delle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia, impropriamente indicati come ”pentiti”.
Le operazioni coordinate da Bruno Contrada nel periodo immediatamente precedente il suo arresto ed i progetti per l’avvenire
- Il 2 novembre 1991 a Roma veniva sventato il tentativo di sequestro del figlio dell’imprenditore edile Silvano Franconetti e gli ideatori del sequestro venivano arrestati –
- Il 27 gennaio 1992 venivano sequestrati a Roma 56 Kg. di eroina “Brown Sugar”, giunta in Italia attraverso la cosiddetta “rotta balcanica” e proveniente dal Medio Oriente. I trafficanti di narcotici vennero tutti arrestati.
- Il 9 aprile 1992 veniva scoperta ad Aprilia una pericolosa banda che assaliva, anche servendosi di esplosivi, furgoni blindati. I componenti la banda, cinque pregiudicati, vennero tutti arrestati.
- Il 14 giugno 1992 venivano rinvenuti oltre 4.000 Kg.di hashish, in buona parte nascosti in un natante affondato al largo di Fiumicino. Vennero arrestati sette pregiudicati, compreso un ex brigatista rosso.
- L’11 settembre 1992 venivano sequestrati a Ponza 3.000 Kg. di hashish ed arrestati otto trafficanti di droga, che avevano posto in essere un traffico di droga proveniente dal Marocco.
- Il 17 ottobre 1992 a Firenze ed a Milano, dopo un’articolata attività investigativa, veniva compiuta una vasta operazione contro un’organizzazione mafiosa che faceva capo alle famiglie dei Cursoti, dei Madonia e dei Corleonesi. Tale organizzazione aveva come base operativa l’autoparco di Milano.
- Il 3 luglio 1993 (quindi sette mesi dopo l’arresto di Bruno Contrada) l’attività informativa da lui coordinata ed avviata portava al sequestro di beni mobili ed immobili, titoli di credito ed azioni che facevano capo a Totò Riina e Bernardo Provengano. Questa operazione, impostata dal dott. Contrada dopo l’attentato del 19 luglio 1992, nel quale perse la vita il giudice Borsellino, fu il frutto di una paziente ricerca sui legami di parentela esistenti tra i vari appartenenti alle cosche mafiose vincenti.Contemporaneamente Contrada si era fatto promotore di una totale riorganizzazione del SISDE, nel senso che la prevalente funzione antieversiva dello stesso avrebbe dovuto essere riconvertita in una più specifica funzione antimafia, dal momento che la criminalità mafiosa aveva raggiunto livelli tali da poter essere ritenuta destabilizzante per le istituzioni.Per poter effettuare questa riconversione occorreva operare:
- un mutamento di indirizzi nei corsi di formazione;
- il rafforzamento degli uffici del SISDE nelle Regioni a più elevato rischio;
- il rafforzamento dei nuclei anticrimine;
- la costituzione di un grosso centro a Roma.
Tale delicatissimo incarico era stato affidato al dott. Contrada, non solo perché era stato lui il fautore e l’ispiratore di tale riconversione, ma anche perché era l’unico funzionario del SISDE di grado così elevato che possedesse una grossa esperienza e professionalità nel campo della lotta alla criminalità organizzata.
Purtroppo, però, questa operazione di riconversione così profonda e così radicale faceva ombra alla neonata Dia (Direzione investigativa antimafia).
Ed è certamente inquietante constatare che i “pentiti” cominciano ad accusare Contrada soltanto allorché essi non sono più gestiti dall’Alto Commissariato per la lotta alla mafia, ma di loro si occupa la DIA!